La procura dell'Aquila ha aperto un fascicolo contro ignoti per capire se nei crolli avvenuti durante il terremoto ci siano delle responsabilità ben precise e sopratutto individuabili. L'ipotesi di reato è quella di disastro colposo. Il sospetto che si ha è che nella miscela del cemento sia stata utilizzata sabbia. Questa ne avrebbe causato una minore tenuta. A tale scopo sono stati predisposti dei prelievi di campioni di macerie, soprattutto dalle colonne portanti di alcuni edifici e dei sequestri di intere aree che saranno analizzate da tecnici specializzati. In particolar modo a destare sospetti sono l'ospedale dell'Aquila, la Casa dello Studente e lo stesso palazzo di Giustizia. Costruzioni recenti che inspiegabilmente hanno ceduto sotto gli effetti del sisma a differenza di altre dello stesso periodo. Nella difficoltà di reperire i documenti si cercherà di risalire anche ai nomi dei progettisti, delle imprese costruttrici e di chi ha effettuato i controlli certificandone l'idoneità. (Qui per approfondimenti)
Considerando i tempi e i modi della giustizia italiana, probabilmente la risposta a questi quesiti ci sarà data fra molti anni. Nel frattempo si spera che questo ennesimo episodio crei un punto di partenza verso un nuovo modo di concepire l'edilizia in un paese come il nostro fragile dal punto di vista idrogeologico. Un territorio spesso costretto, fra alluvioni e terremoti, a fare i conti con una gestione non sempre limpida ed oculata da parte delle amministrazioni locali.
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